Dall’antipasto fino al secondo piatto la carne di cavallo la fa da padrona, cucinata in tutti i modi e tagli, riscoprendo un gusto autentico attraverso ricette innovative. Il ristorante Negrone «Il Cavallino» non è solo questo dal 1977: è un punto di riferimento nell’affascinante territorio del Moscato di Scanzo.

Proprio nella frazione di Negrone di Scanzorosciate, il locale è nato da un’idea della famiglia Lussana: «Il nostro ristorante si è specializzato in carne di cavallo grazie all’intuito di mio padre Alberico che ha avviato questo progetto insieme a mia madre Ida Rebussi» spiega Massimiliano Lussana.
Tutto è nato per caso: «Mio padre ha comprato un carré di cavallo in una macelleria e ha avuto l’idea, iniziando a provare e riprovare ricette fino ad ottenere un menù completo. La ciliegina sulla torta è arrivata con i dolci preparati da mia mamma». Ai tempi il Negrone era l’unico ristorante d’Italia che proponeva un menù esclusivo di carne di cavallo, ora sono comunque molto pochi i ristoranti con questa peculiarità: «Che è sinonimo di qualità – continua Massimiliano, in cucina con il padre -. Io ho imparato il mestiere guardando lui. Da quando ho 14 anni l’ho seguito, osservato, scoprendo questo mestiere grazie alla sua esperienza e alle sue abilità oltre allo studio e alla formazione acquisita alla Scuola Alberghiera di Clusone».
Conoscenze e passione per sapori genuini, circondati da un territorio all’insegna della natura e del buon vino: «Siamo la base per una rilassante passeggiata sui colli a caccia di cantine, alla scoperta della Strada del Moscato di Scanzo, per conoscere il Consorzio delle Terre del Vescovado, che riunisce diverse realtà della zona con questo nome suggestivo che evoca storia, cultura, tradizione e un legame profondo con la terra» continua Massimiliano Lussana, proprio nel direttivo della Strada del Moscato e già membro rappresentativo in quello del Vescovado: «Il Negrone apre le sue porte al mondo del turismo e a chi vuole scoprire e riscoprire il nostro territorio, che fa parte di noi, racconta le nostre radici: per questo l’accoglienza per noi è la normalità. Attraverso un ambiente familiare e intimo ci raccontiamo e raccontiamo il territorio, le storie della tante cascine della zona, dei vignaioli del passato e di oggi, la sapienza popolare e le nuove evoluzioni in materia enologica».
Ma non solo: «Il territorio si esprime anche attraverso il cibo, con una qualità delle materie prime e delle ricette che sono curate nel dettaglio, mantenendo le tradizioni e rispettando ogni ingrediente utilizzato». Tra i piatti più amati ci sono il Carpaccio marinato o la Tagliata di cavallo, ma soprattutto le Tagliatelle al sugo di cavallo e il Turnedos al vino di Scanzo. Che non manca mai: «Abbiamo una cantina ben fornita, mio padre e mia sorella Erica, per anni insieme a noi al ristorante, sono sommelier diplomati A.I.S., un ruolo fondamentale per la zona in cui siamo, per valorizzare il vino proposto e proporre i giusti abbinamenti». Una richiesta degli stessi ospiti: «Che amano conoscere la storia del vino che bevono, la sua origine, le storie di passione e lavoro che ci sono in quel calice. Noi organizziamo serate a tema e proponiamo incontri, tramandiamo così ogni aneddoto, leggenda e narrazione popolare». Cresce anche così il turismo enogastromico e il Negrone è un importante punto di riferimento, tra storia, bellezza e sapori peculiari.

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