Uno spazio moderno, dal design innovativo, per un ambiente dinamico, fresco e contemporaneo dove fare cultura significa interpretare il territorio con una cucina che sperimenta e che mixa ingredienti internazionali, senza mai dimenticare il valore primario della materia prima.

Il ristorante Mariet ha una storia intensa e stimolante: quella delle famiglie Finazzi e Fenaroli, ristoratori e albergatori da tre generazioni, con un’esperienza che è cresciuta in giro per il mondo ed è ben radicata sul territorio di Romano di Lombardia. «Proprio qui, negli anni Settanta, i miei nonni Mariet e Aldo hanno costruito l’hotel e il ristorante – spiega il nipote Andrea Giassi, ora in cucina e a coordinare insieme ai suoi genitori tutta l’attività -. Nel 1985 lo diede in gestione per occuparsi di una nuova attività che aprimmo come famiglia sempre a Romano: una gelateria, pasticceria e paninoteca. Nel 2010 siamo però tornati al primo amore: abbiamo ripreso in mano il locale di piazza Antonio Locatelli, lo abbiamo ristrutturato, spingendo su una cucina che unisce l’alta qualità delle materie prime con influenze internazionali che provengono soprattutto dall’Oriente, dal Giappone».
Nel centro storico di Romano, il Mariet racconta così il suo territorio attraverso la cultura del buon cibo e l’arte dell’accoglienza. «La cultura si trasmette giorno per giorno, grazie al genio del cibo italiano – continua Andrea Giassi -. Basti pensare a quanti prodotti abbiamo a disposizione ogni periodo dell’anno, che possiamo interpretare, lavorare, presentare con nuove varianti».
Anche perché la terza generazione della famiglia ha girato il mondo: esperienze sulle navi da crociera, negli Stati Uniti al Four Season, al Nobu di Milano. «Il mondo apre la testa e fortifica le radici: abbiamo portato a casa grandi stimoli e abbiamo capito l’importanza del nostro territorio, valorizzandolo con nuove tecniche e ingredienti che fondono ispirazioni alternative» spiega lo chef.
Sempre sotto la supervisione di nonna Mariet: «Sempre presente – sorride Andrea -. Lei è il simbolo della nostra storia, di una famiglia che crede nel lavoro, in ciò che ha costruito ogni giorno grazie ai suoi ospiti, in una relazione continua».
Oltre ad Andrea in cucina, anche mamma Piermaria Fenaroli e il fratello Elia: «In sala all’insegna dell’accoglienza, in cucina all’insegna del gusto: penso al Carpaccio di Capesante scottato con semi sesamo, zenzero ed erba cipollina oppure al Tataki di manzo piemontese con pomodoro, cipolla rossa e un estratto a base di Bergamotto e olio del Garda», con il valore aggiunto dell’originalità degli spazi: affacciato proprio sul centro storico di Romano di Lombardia, il ristorante si svela dietro una parete originale rivestita in vetro verde e impreziosita da una grafica particolarissima: «E’ tutta una cromia di bianco, verde e nero, combinata con tocchi di rosso. La maggior parte delle pareti è decorata con specchi rotondi che costituiscono il tema ricorrente anche nella zona riservata all’hotel». Un’atmosfera curata e giovanile, un gusto frizzante e dinamico, uno spazio moderno che parla di sperimentazione, di nuovo.
Che si abbina al passato: «La terrazza si affaccia sulle cerchie immerse nel verde e sul lavatoio del centro storico – spiega Andrea -. Antico e nuovo si fondono, proprio come in cucina: interpretare nel rispetto della tradizione». E’ questo il marchio di identità: «La base è il territorio, l’innovazione è lo strumento per valorizzarlo».

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